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Una lapide per ricordare



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Sono passati quasi 90 anni dalla fine del primo conflitto mondiale. L’epoca dei nazionalismi e dell’odio etnico sembra aver lasciato il passo ad una nuova stagione, in cui ciascun cittadino è chiamato a svolgere un ruolo importante nella costruzione della nuova Europa e di una società basata sulla collaborazione tra i popoli e la pacifica convivenza.

Nonostante ciò, a Trento e in tutta la provincia, sono ancora chiaramente visibili i segni della stagione dell’odio etnico che caratterizzò il periodo fascista. Monumenti e lapidi, come quella che si trova sulla facciata di palazzo Thun, ricordano le poche decine di irredentisti morti tra le file dell’esercito italiano.

Eppure solo a Trento e sobborghi le perdite furono 955, mentre il numero dei morti sale a 10.501 se riferito a tutto il territorio provinciale.

Si tratta di un numero impressionante di vittime. Tragedie e lutti che investirono praticamente ogni famiglia del Trentino, senza che nessuno potesse onorare il sacrificio di questi soldati. Il regime fascista, infatti, aveva perfino impedito che essi venissero ricordati col termine di “caduti”, temendo che questo termine potesse destare il concetto di “morti per la patria”.

Finalmente le richieste di realizzare una lapide a ricordo dei caduti austro ungarici sono state accolte dal Consiglio comunale di Trento. Un voto unanime di cui non possiamo che essere soddisfatti, nella speranza che l’iscrizione che verrà posta sulla lapide rispecchi una verità storica per decenni taciuta o ignorata.


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