base


Perchè non ci sentiamo padani


Torna alla sez. documenti


La domanda è lecita: perché mai dovremmo sentirci “padani”? Quali ragioni storiche, politiche, culturali dovrebbero accomunare i popoli del Tirolo storico con quelli della cosiddetta “Padania”? La risposta è scontata: nessuna.

fotoNoi non ci sentiamo padani perché la nostra storia e la nostra cultura sono profondamente diverse e distanti da quella cosiddetta padana. Perché noi tirolesi trentini non abbiamo alcun territorio da conquistare o colonizzare come vorrebbero oggi, riesumando il termine artificioso di Triveneto, i sostenitori della padanità di questa terra.
Noi non ci sentiamo padani perché la nostra Autonomia è il frutto di un accordo internazionale e non può essere oggetto di contrattazione né con Roma, né tanto meno con Venezia o con Milano. La nostra Autonomia ha una dimensione internazionale che non ha nulla a che vedere con i progetti federalisti di varia natura periodicamente rilanciati dal partito di Bossi.
Noi non ci sentiamo padani perché non abbiamo partecipato alle guerre del cosiddetto Risorgimento italiano, se non con pochi volontari. E durante la prima guerra mondiale – quella che portò alla cosiddetta Unità d’Italia – i nostri soldati combatterono altrove con la divisa austro ungarica. Noi dunque non ci sentiamo padani perché non abbiamo anniversari della “Vittoria” da celebrare, né tanto meno crediamo che il corpo degli alpini rappresenti un simbolo della padanità. Per noi il 3 novembre fu solo l’epilogo di una guerra disastrosa che vide il Tirolo smembrato nella sua dimensione storica multilinguistica e che pose le basi per l’affermazione della cultura violenta e dispotica del regime fascista in Italia.
Noi non ci sentiamo padani perché ci riconosciamo pienamente nei valori della Costituzione italiana nata dalla Resistenza, che ha consentito alla nostra comunità di ottenere quell’Autonomia che da sempre rappresenta l’aspirazione del popolo tirolese-trentino. Quella stessa Costituzione che oggi riconosce e tutela le minoranze linguistiche della regione, le sue usanze e tradizioni, molte delle quali affondano nella cultura austriaca.
Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui. Non fanno parte della nostra cultura il razzismo, la xenofobia, l’individualismo, il nazionalismo, la cultura degli “schei” opposta a quella della solidarietà.
Noi non ci sentiamo padani perché crediamo nell’Europa, in tutte le sue componenti etniche, linguistiche e culturali. Noi non vogliamo erigere nuovi confini, ma come i nostri padri vogliamo che sia riconosciuta la nostra identità senza che qualcuno ce la imponga. Per questo vogliamo denunciare l’uso scorretto e improprio da parte di talune forze politiche provenienti dall’area padana, estranee alla nostra storia e alla nostra cultura, dei simboli della nostra terra per affermare valori che non fanno parte del nostro modo di vivere.
Noi non ci sentiamo padani perché vogliamo condividere con i confratelli sudtirolesi e nord tirolesi un progetto di convivenza che proietti la nostra terra a cavallo del Brennero in una dimensione europea che sappia collaborare attivamente con i vicini del Veneto e della Lombardia, ma che sappia anche guardare oltre gli stereotipi geopolitici inventati dal fascismo – come ad esempio il Triveneto – e ponga alla base del proprio agire i valori della pace, della libertà e del rispetto del diverso.

Torna alla sez. documenti


Privacy e cookie policy